Il libro “L’Acqua e la Memoria. Barcis” è il secondo della serie dedicata ai luoghi d’acqua delle valli del Friuli Occidentale.

Il comune di Barcis (409 metri sul livello del mare), disposto in un sistema a terrazzi, è adagiato sulla sponda Nord del lago artificiale, in posizione soleggiata, con le acque che lo rispecchiano. Tutta la conca è cinta da monti con oltre 2000 metri di altezza: Cavallo, Messer, Crep Nudo, Resettum, Raut. Siamo a ridosso del parco naturale delle Dolomiti Friulane, dichiarato sito Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Il libro illustra la località turistica, con le sue fiabesche borgate, dove regnano tranquillità e pace. Barcis è divenuta centro di richiamo per il suo ambiente naturale e il lago chiamato Aprilis, nato artificialmente negli anni ’50 per la produzione di energia elettrica. Spicca nella piazza principale sul lago, sopravvissuto al terribile incendio appiccato dai nazisti nella II Guerra mondiale, il palazzo Centi, oggi sede della Biblioteca.
Nei dintorni ci sono suggestivi itinerari: dalle facili passeggiate lungolago a quelle più impegnative che conducono all’interno delle valli e alle cime dolomitiche. Numerose le manifestazioni sportive e culturali – tra tutte, il premio poetico dedicato a Giuseppe Malattia della Vallata – e le feste popolari che si svolgono a Natale, in occasione di San Giovanni e nel periodo estivo.

Tra i rilievi posti tra Barcis e Montereale Valcellina si estende la spettacolare riserva naturale Forra del Cellina, una grande incisione valliva scavata dal torrente Cellina. Sulle pareti a strapiombo di queste profonde incisioni si può osservare un vero e proprio sistema di forre, unite l’una nell’altra, relativo ai corsi dei torrenti Alba, Molassa e Cellina.
Il recente ponte tibetano che attraversa la forra permette di accedere ad alcune cavità di particolare interesse speleologico e geologico.
Nel territorio di questa area protetta infatti sono evidenti forme carsiche sia di superficie che ipogee, con il sistema di cavità denominato “Grotte vecchia diga”.

Le particolari condizioni microclimatiche della riserva garantiscono la biodiversità. Sono centinaia le specie floristiche e vegetazionali che vi sitrovano, alcune delle quali di eccezionale rarità.

In direzione Nord, verso la borgata Arcola, si trova la foresta regionale del Prescudin, con l’edificio a scopi scientifici e sperimentali Villa Emma. Un bosco modello protetto e custodito dalla Guardia forestale.